La Commissione Europea propone nuovi target di mobilità sostenibile, imponendo nuovi limiti da rispettare entro il 2030. Vediamo qual è la posizione di ANFIA.
La Commissione Europea ha recentemente pubblicato il secondo pacchetto mobilità, che include una proposta relativa agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 post-2021 per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri.
In riferimento a questa proposta, ANFIA accoglie positivamente il fatto che i nuovi obiettivi siano collegati alla data del 2030, essendo coerente con le tempistiche già definite dai Capi di Stato dell’UE per l’accordo sul Clima e l’Energia 2030. Tuttavia, l’introduzione di un target addizionale al 2025 – quindi a distanza di pochi anni dai target 2021 – non dà all’industria tempo sufficiente per le modifiche tecniche e progettuali che si renderanno necessarie sia sulle vetture sia sui veicoli commerciali leggeri, che hanno, inoltre, cicli di sviluppo e produzione più lunghi.
Il target di riduzione delle emissioni al 30% proposto dalla Commissione è troppo oneroso, andando oltre il livello auspicato definito in sede di accordo sul Clima e sull’Energia e la stessa valutazione di impatto effettuata nel 2016, che specifica che cosa è necessario fare per adempiere al COP21. In linea con questo, la filiera automotive italiana considera raggiungibile, a costi elevati ma accettabili, un target di riduzione del 20% per le autovetture.
E’ evidente che gli obiettivi di riduzione della CO2 possono dare una notevole spinta all’innovazione nell’industria automotive, ma l’attuale proposta non prende in adeguata considerazione la bassa e frammentata penetrazione sul mercato europeo dei veicoli a propulsione alternativa.
Infatti, il raggiungimento di un target al 2030 è legato anche alla penetrazione sul mercato dei veicoli a propulsione alternativa.
Maggiori investimenti in infrastrutture dedicate alla ricarica e al rifornimento di questi veicoli sono una condizione necessaria affinché i consumatori dell’UE possano effettivamente dirottare le proprie scelte di acquisto in questo senso. Ben venga, quindi, il piano d’azione della Commissione Europea per promuovere un investimento nella rete di stazioni di ricarica e rifornimento su tutto il territorio dell’Unione Europea. L’infrastruttura, tuttavia, rappresenta solo una faccia della medaglia. L’accessibilità di questi veicoli in termini di costi è un’altra significativa barriera per molti consumatori europei, che pone in rilievo la necessità di armonizzati e coerenti incentivi all’acquisto.
Cambiamenti radicali nel mercato dei veicoli ad alimentazione alternativa non possono ovviamente avvenire da un giorno all’altro. Questo è il motivo per cui concentrarsi su un target al 2030 è il miglior modo di procedere. Al 2025, invece di introdurre un interim-target, si potrebbe definire una tappa intermedia per valutare i progressi effettuati nel ridurre le emissioni di CO2 in vista dell’obiettivo al 2030.
Questa parte del pacchetto mobilità avrà un impatto notevole sul futuro dell’industria automotive europea. La proposta di oggi costituisce il primo passo di un lungo percorso.
Nei prossimi mesi, ANFIA seguirà il percorso della proposta insieme ad ACEA – l’Associazione europea dei Costruttori di autoveicoli – per garantire che i futuri obiettivi di riduzione della CO2 possano essere al tempo stesso ambiziosi e praticabili, prendendo in considerazione anche le possibili conseguenze per gli addetti della filiera automotive – 12,6 milioni in Europa e 1,16 milioni in Italia.
Fonte: Notiziario Motoristico