NEWS | Accesso ai dati del veicolo: l’aftermarket si fa sentire

AICA, ADIRA, CNA Autoriparazione, Confartigianato Autoriparazione, EGEA e AFCAR: tutte insieme a tutela della libera concorrenza, ma non solo…

Si parla già da tempo di auto connessa, di libero accesso ai dati generati dall’auto e della libertà di scelta del consumatore. Tematiche particolarmente sentite da tutta la filiera e affrontate anche in occasione di un importante incontro tra gli esponenti delle associazioni rappresentative dell’aftermarket e Andrea Napoletano, segretario generale del Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi lunedì 6 novembre 2017.

Tablet ricerca targaPer l’occasione abbiamo sentito Bruno Beccari, presidente di ADIRA, che entusiasta del meeting ha dichiarato: “Noi di ADIRA e le altre associazioni dobbiamo essere molti grati al dottor Napoletano per averci ricevuto e per l’attenzione che ha mostrato alle nostre problematiche attuali che viviamo ogni giorno. L’interesse da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) è molto positivo e speriamo che questa attenzione dimostrata nei nostri confronti si possa tradurre in un supporto deciso a quelle che sono le nostre istanze”.
E a proposito di istanze, Bruno Beccari ha commentato: “Abbiamo richiesto l’attenzione su quelle norme che se non fossero prese in considerazione, potrebbero mettere in forte discussione il futuro dell’aftermarket indipendente. Richiediamo principalmente il mantenimento dell’OBD e l’accesso attraverso il VIN per l’identificazione univoca delle parti di ricambio”.

Ricordiamo che ADIRA (Associazione Italiana dei Distributori Indipendenti di Ricambi per autoveicoli, è un’associazione indipendente senza fini di lucro, membro di FIGIEFA, il cui ruolo è quello di rappresentare e difendere gli interessi della categoria presso le istituzioni italiane ed europee. I suoi obiettivi? Promuovere la libera concorrenza, diffondere informazioni, difendere gli interessi e sostenere le relazioni.

Libera concorrenza

L’oggetto dell’incontro è stato l’introduzione nel nuovo regolamento europeo sull’omologazione dei veicoli.
I rappresentanti di AICA (Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature), assieme a tutte le associazioni rappresentative dell’aftermarket automobilistico, ADIRA (Associazione Italiana dei Distributori Indipendenti di Ricambi per Autoveicoli), CNA Autoriparazione, Confartigianato Autoriparazione, EGEA (European Garage Equipment Association) e AFCAR chiedono al Governo Italiano di sostenere, in sede di trilogo europeo, il quadro normativo disegnato dal Parlamento europeo indirizzato verso il principio della tutela della libera concorrenza previsto dal Trattato di Roma.

Le richieste

Le associazioni sopra citate chiedono al legislatore europeo di introdurre nel nuovo regolamento sull’omologazione dei veicoli norme che definiscano in modo nitido ed esigibile gli obblighi a carico delle case costruttrici per garantire il libero accesso alle informazioni necessarie per la riparazione e la manutenzione dei veicoli. Gli articoli e gli emendamenti in grado di adempiere all’esigenza descritta sono già stati approvati a larga maggioranza dal Parlamento europeo.

Le associazioni dunque chiedono al Governo italiano di confermare, in esito alle attività in corso in sede di trilogo, il quadro normativo disegnato dal Parlamento europeo, per evitare che il percorso regolatorio intrapreso sia distolto dalla tutela della libera concorrenza incarnata dalla rete fitta e vitale di migliaia e migliaia di operatori indipendenti attivi in ogni angolo del Paese al servizio degli automobilisti e delle loro famiglie.

I fatti

In questi giorni è in discussione a Bruxelles, in sede di “trialogo” europeo (Parlamento, Commissione e Consiglio), il nuovo regolamento che definisce le regole per l’omologazione dei veicoli.

Il comparto aftermarket automobilistico – rappresentato dalle associazione su citate -  segue con attenzione il dibattito in ordine a questo provvedimento, il cui impatto sull’intero settore è cruciale; il settore aftermarket, infatti, ha un fatturato a livello europeo di ben oltre 200 miliardi di euro: in larghissima parte, tale quota è generata da 500.000 piccole e medie imprese, attive soprattutto nell’ambito dell’autoriparazione, le quali danno lavoro a oltre tre milioni e mezzo di cittadini europei.

Come si legge nella lettera “il nostro è un comparto che offre servizi di qualità a prezzi competitivi e mobilita continue e positive energie imprenditoriali in un business tradizionalmente decisivo per l’economia europea nello scacchiere globalizzato e connotato da un’alta densità tecnologica e da un tumultuoso ritmo di evoluzione”. La legislazione vigente a livello europeo nel settore automobilistico (BlockExemption e TypeApproval Framework) è coerente con lo spirito del Trattato di Roma, e favorisce la libera concorrenza.

La questione

Lo studio Ricardo-AEA della Commissione Europea del 2014 ha fatto emergere una serie di carenze nell’accesso alle informazioni per la riparazione e la manutenzione dei veicoli (RMI) da parte delle imprese indipendenti attive nel comparto aftermarket, che hanno così visto ostruito l’esercizio compiuto e dinamico del loro ruolo nella filiera del settore automotive.

 

Fonte: Notiziario Motoristico