A fronte della proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea a gennaio dello scorso anno per l’omologazione dei veicoli e dei loro componenti, FIGIEFA (l’associazione europea che rappresenta distributori e ricambisti dell’IAM), insieme alla rappresentante italiana ADIRA, ha segnalato alle istituzioni la criticità di alcuni passaggi della normativa.
Vediamo di cosa si tratta.
Innanzitutto facciamo un passo indietro per capire meglio quali sono le premesse.
Il quadro giuridico in Europa per l’omologazione dei veicoli a motore destinati al trasporto di passeggeri (cat. M) e di merci (cat. N) e i loro sistemi e componenti è rappresentato dalla Direttiva 2007/46/CE.
Dopo una serie di studi e valutazioni di verifica relativi all’idoneità ed efficacia della Direttiva, effettuati da parte della Commissione fra il 2010 e il 2013, con un documento di lavoro nel novembre del 2013, veniva evidenziata la priorità di una revisione della suddetta Direttiva.
Sulla scia del caso “Dieselgate in USA” nell’ottobre 2015, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione sulle emissioni nel settore automobilistico, invitando la Commissione a rafforzare il regime di omologazione e aumentare il controllo della UE per quanto riguarda la vigilanza del mercato.
Nel gennaio del 2016 la Commissione ha presentato la proposta di Regolamento per un nuovo “Quadro normativo relativo alla omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli” ed è quindi iniziato l’iter di analisi e discussione fra le istituzioni europee e tutte le associazioni rappresentative delle categorie interessate al problema.
FIGIEFA e le associazioni nazionali, ADIRA fra queste, in rappresentanza del settore IAM, dopo attenta valutazione della proposta della Commissione, hanno identificato alcune aree critiche per gli operatori dell’aftermarket, peraltro già identificate dalla società RICARDO-AEA nell’indagine condotta per conto della Commissione stessa. A fronte di questa analisi, l’associazione ha presentato delle proposte concrete di modifica su molteplici argomenti, fra i quali segnaliamo:
1. Miglioramento della definizione e della disponibilità delle informazioni tecniche per la riparazione e manutenzione dei veicoli;
2. Mantenimento del connettore standardizzato OBD per tutte le categorie di veicoli (ibridi ed elettrici inclusi);
3. Aggiornamenti più veloci compatibili con gli standard attuali e che includano i più recenti protocolli che stanno per essere usati per diagnostica e riprogrammazione;
4. Accesso alle informazioni di identificazione inequivocabile delle parti di ricambio;
5. La reale ed inequivocabile identificazione del veicolo come base per le RMI;
6. Introduzione nel nuovo Regolamento della flessibilità necessaria in modo che la Commissione abbia il potere di adattare la legislazione al progresso tecnologico (Telematica).
Il testo della proposta, dopo i vari passaggi nelle Commissione preposte, è ora all’esame del Consiglio e del Parlamento Europeo per la votazione definitiva, che si prevede per la fine del corrente anno.
Nel frattempo, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa importante questione, FIGIEFA ha deciso di lanciare una campagna di informazione su tutti i paesi europei.