NEWS | Bene il noleggio a breve termine: 1,2 miliardi di Euro (+4,9%)

ANIASA ha reso noto lo stato di salute del noleggio a breve termine: il giro d’affari sfiora 1,2 miliardi di euro con una crescita rispetto al 2015 del +4,9%. Vediamo in dettaglio tutti gli ultimi aggiornamenti.

Altro anno di sviluppo per il noleggio a breve termine nel 2016: il fatturato sfiora 1,2 miliardi di euro (+4,9%), 32,5 milioni di giorni di noleggio (+5%) e quasi 5 milioni di contratti (+7,6% sul 2015). A dircelo è l’ANIASA, l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e servizi Automobilisti di Confindustria, che dopo aver presentato durante la 16 edizione del comparto (per leggere l’approfondimento clicca qui), ha diffuso uno studio approfondito sul noleggio a breve termine. Vediamo quindi quanto è emerso.

Nel 2016, prevedendo una domanda in rialzo, gli operatori hanno scelto di aumentare il numero dei veicoli disponibili presso le stazioni di noleggio, attestando la flotta media a quasi 117.000 veicoli, con una crescita del 7% rispetto al 2015. L’ingresso in flotta di tali veicoli è avvenuto attraverso il ricorso alle immatricolazioni dirette (in crescita del 5,9%), ma anche attraverso altre forme di acquisizione, come il noleggio al lungo termine oppure il leasing dei veicoli. Questo fenomeno, noto come rent-to-rent, è apparso in deciso aumento rispetto al 2015 (+12%) e ha visto l’acquisizione di quasi 50.000 veicoli con questa modalità.


Fatturato per singolo noleggio
Anche nel 2016, la leva del prezzo è stata utilizzata per aumentare i volumi: nonostante la durata media sia diminuita del 2,4%, passando da 6,8 a 6,6 giorni, il fatturato per giorno di noleggio è infatti rimasto stabile a 36,1 euro anziché aumentare come sarebbe stato naturale. Il fatturato per singolo noleggio è invece passato dai 244 euro del 2015 ai 238 euro nel 2016, con un decremento percentuale del 2,5% dovuto quasi interamente alla diminuzione della durata media.
 
Analisi canali distributivi
Dall’analisi dei canali distributivi, emerge come i clienti che noleggiano direttamente hanno pesato per il 30% sul giro d’affari complessivo (nel 2015 rappresentavano il 33%) e sono stati l’unico canale che si è contratto (-3,8%) nel confronto con l’anno precedente. E’ cresciuta del 3,5%, invece, la quota di ricavi generata dalle convenzioni con le aziende clienti, pari a 271 milioni di euro.  Il fenomeno più significativo da alcuni anni a questa parte riguarda però il progressivo aumento della quota generata da intermediari (broker, tour operator e on-line travel agency), passata dal 31% del 2012 al 38% del 2016. Questo canale, che attinge visibilmente alla domanda B2C e ha registrato nel 2016 la crescita più alta fra tutti i canali (+14,3%), si sta consolidando come anello di distribuzione strategico per lo sviluppo della componente leisure del noleggio, in quanto ha il vantaggio specifico di raggiungere milioni di potenziali clienti, che altrimenti non sarebbero intercettabili dal singolo operatore con le proprie risorse.
 
Veicoli commerciali leggeri e usato
Ultimo, ma non meno importante, il segnale che è arrivato dal noleggio dei veicoli commerciali leggeri con un aumento di rilievo del fatturato (+13,5%), che ha raggiunto i 57 milioni di euro. Dal punto di vista dei volumi nel 2016 gli operatori hanno realizzato quasi 178.500 noleggi di VCL, con una crescita del 7% rispetto al 2015, probabilmente legata in buona parte alla diffusione dell’e-commerce, che ha generato un maggior bisogno di mezzi commerciali leggeri e agili per districarsi tra le strade cittadine per la consegna delle merci.
I veicoli che le società di noleggio a breve termine hanno venduto a fine vita sul mercato dell’usato sono stati oltre 106.000, di cui 85.000, l’80%, sono stati restituiti alle case auto attraverso contratti di buy-back. Il tempo di permanenza in flotta dei veicoli si è ridotto: 8,7 mesi per le vetture (nel 2015 era di 9,2 mesi), 18,5 mesi per i mezzi commerciali (era di 19,8 mesi nel 2015).

I furti…
Buone notizie, infine sul fronte dei furti: nel 2016 è migliorato il tasso di recupero dei veicoli rubati, passato dal 39% al 46%; basti pensare che nel 2013 era pari solo al 18%. I furti nel 2016 hanno comunque generato un danno per gli operatori pari a 7,3 milioni di euro.