“La guida autonoma necessita di un’approfondita esperienza sui numerosi sistemi presenti sulle vetture”, partendo da questo presupposto Bosch ha stilato un elenco di alcuni componenti necessari per la guida autonoma con cui l’officina, prima o poi, dovrà confrontarsi.
Il futuro e la guida autonoma sono dietro l’angolo eBosch lo guarda da vicino proponendo sempresoluzioni all’avanguardia per l’autoriparatore. È importante anticipare e interpretare le necessità degli autoriparatori, per questo motivo Bosch ha stilato una sorta di elenco dei principali componenti necessari per la guida autonoma. Componenti con cui l’officina prima o poi dovrà confrontarsi per un’eventuale riparazione e che richiedono una determinata specializzazione. L’auto automatizzata influisce su tutta l’automobile: i sistemi di propulsione e trasmissione, i freni, lo sterzo, gli strumenti di visualizzazione, la navigazione e i sensori, così come la connettività all’interno e all’esterno del veicolo. La chiave del successo, quindi, è, e sarà, la specializzazione e la comprensione approfondita di tutti i sistemi del veicolo. Di seguito i principali sistemi su cui il colosso tedesco richiama l’attenzione:
-Connected Horizon: i veicoli automatizzati si affidano a informazioni relative all’ambiente circostante che vanno al di là di quelle captate dai sensori. Per esempio, i veicoli richiedono dati sul traffico in tempo reale relativi a ingorghi e incidenti. Per ottenerli è necessario collegare il veicolo a un server e per questo Bosch ha sviluppato la sua soluzione Connected Horizon. Questo sistema permette un’anteprima dinamica del percorso e i corrispondenti adeguamenti alla strategia di guida. Connected Horizon è la soluzione che permette ai veicoli automatizzati di guardare avanti. Questo è un vantaggio in termini di comfort e sicurezza dell’esperienza di guida. Per esempio, i veicoli connessi vengono avvertiti in anticipo dei punti di pericolo prima di una curva cieca o della sommità di una collina e possono rallentare per prepararsi.
-Electric Power Steering (EPS): il sistema Electric Power Steering (EPS) con funzionamento a seguito di avaria è una funzione che consente al guidatore o al sistema di pilota automatico minimizzare il rischio pur mantenendo un supporto allo sterzo elettrico di circa il 50% (nel raro caso di un guasto singolo). Questa tecnologia consentirà agli OEM di adempiere alle disposizioni sulle strategie di fallback proposte nei documenti Federal Automated Vehicles Policy dal Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti d’America e dalla National Traffic Highway Safety Adminstration.
-Sistema elettronico di stabilità (ESP): anche il sistema elettronico di stabilità svolge un ruolo essenziale nella guida autonoma. Delegare la responsabilità della guida al veicolo richiede che i sistemi critici per la sicurezza, come i freni, soddisfino requisiti speciali. Per avere il massimo controllo di questi sistemi in caso di guasto, è necessario creare ridondanza nel sistema come forma di protezione. In questo caso, il sistema elettronico di stabilità e il servofreno elettromeccanico iBooster possono frenare in modo indipendente il veicolo senza alcun intervento da parte del guidatore.
-HMI: la guida autonoma cambierà l’interfaccia uomo-macchina e introdurrà concetti moderni di comunicazione tra auto e guidatore. Il guidatore deve essere in grado di comprendere e utilizzare intuitivamente il sistema. Con i suoi innovativi strumenti di visualizzazione, Bosch sta già offrendo soluzioni promettenti anche in questo campo: il quadro comandi TFT, per esempio, offre la massima flessibilità nell’elaborazione combinata con l’eccezionale chiarezza. Utilizzando gli HUD, Bosch posiziona direttamente nel campo visivo del guidatore informazioni come velocità, suggerimenti di navigazione e avvisi. Queste informazioni vengono visualizzate e proiettate a una distanza di circa 2 metri davanti al veicolo “fondendosi” con l’ambiente circostante.
-iBooster: con l’iBooster, Bosch ha sviluppato un servofreno a controllo meccanico che può operare senza la generazione di vuoto da parte del motore a combustione interna e rimane attivo durante la guida a trazione elettrica, soddisfando i requisiti dei moderni sistemi frenanti. Può essere utilizzato in tutti i sistemi di propulsione e trasmissione ed è particolarmente adatto per i veicoli ibridi ed elettrici, aumentando la loro autonomia fino al 20%. Nell’iBooster, il sensore di corsa del pedale integrato registra l’attivazione del pedale del freno e la trasmette all’unità di controllo. L’unità di controllo calcola il segnale di attivazione per il motore elettrico che utilizza una trasmissione a due fasi per convertire la propria coppia nella potenza ausiliaria necessaria. In un cilindro principale standard, la potenza fornita dal booster viene trasformata in pressione idraulica.
-Mappe: senza mappe aggiornate ad alta risoluzione non può esistere guida autonoma. Le mappe forniscono ai veicoli informazioni sui cambiamenti delle condizioni del traffico, come ingorghi o cantieri, che non rientrano nell’area che può essere monitorata dai sensori a bordo. I sensori radar e video di Bosch catturano e trasmettono importanti dati sul traffico in tempo reale per la creazione di mappe ad alta risoluzione per la guida autonoma.
-Sensore lidar: oltre ai sensori radar, video e a ultrasuoni, Bosch utilizza anche sensori lidar nei suoi prototipi di veicoli automatizzati. I vari principi dei sensori si completano a vicenda molto bene e combinano dati per assicurare un riconoscimento affidabile dell’ambiente circostante. I veicoli autonomi utilizzano questi dati per derivare le proprie strategie di guida. Bosch considera i sensori lidar un’importante aggiunta al proprio portfolio.
-Sensore radar: tra le caratteristiche principali, i sensori radar forniscono importanti informazioni a 360 gradi sull’ambiente circostante entro una distanza fino a 250 metri per i veicoli automatizzati. Il compito principale di un sensore radar è rilevare gli oggetti e misurare la loro velocità e posizione relativamente al movimento del veicolo. Inoltre, i sensori radar Bosch inviano onde radio a modulazione di frequenza comprese tra 76 e 77 GHz tramite un’antenna di trasmissione. Queste onde sono riflesse dagli oggetti che si trovano davanti al veicolo. La velocità e distanza relative degli oggetti sono misurate utilizzando l’effetto Doppler e il ritardo generato dai cambi di frequenza tra il segnale emesso e ricevuto. Confrontando l’ampiezza e la fase dei segnali radar misurati è possibile trarre una conclusione sulla posizione dell’oggetto.
-Sensori ad ultrasuoni: i sensori a ultrasuoni sono necessari nella guida autonoma principalmente per il riconoscimento dell’ambiente vicino, fino a 6 metri e a basse velocità, come in fase di parcheggio. I sensori impiegano la tecnica del sonar, utilizzata, per esempio, anche dai pipistrelli nella loro navigazione. Emettono brevi segnali ad ultrasuoni che vengono riflessi dagli ostacoli. Le eco sono registrate dai sensori e analizzate da un’unità di controllo centrale.
-Sensore video: con un campo di misurazione 3D di oltre 50 metri, la videocamera stereoscopica di Bosch fornisce importanti informazioni ottiche sull’ambiente circostante il veicolo. Ciascuno dei due sensori di immagine altamente sensibili, dotati di tecnologia di riconoscimento dei colori e semiconduttore complementare a ossidi metallici (CMOS), ha una risoluzione di 1280 x 960 megapixel e può processare contrasti estremi. La distanza tra gli assi ottici delle due lenti è di soli 12 centimetri. La videocamera stereoscopica cattura gli oggetti a livello spaziale e calcola la loro distanza. Inoltre, identifica gli spazi vuoti. Le informazioni provenienti dal sensore sono combinate con i dati provenienti da altri principi dei sensori per generare un modello dell’ambiente circostante per i veicoli automatizzati.
Fonte: Notiziario Motoristico